#viteinpagina: M. Il figlio del secolo

“Intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale”: così viene descritto Benito Mussolini in un rapporto della Pubblica Sicurezza nel 1919. Insomma, un uomo che sa ammaliare e farsi amare.

Antonio Scurati, in M. Il figlio del secolo, edito da Bompiani, ci racconta di questo uomo a 360 gradi; lo romanza, ma non inventa nulla. Anzi. Avvalendosi di documenti e testimonianze reali, ce ne mostra aspetti inediti e ci aiuta ad avere il quadro completo di una personalità che, se fosse stata analizzata così approfonditamente e da vicino al momento giusto, sarebbe fin da subito stata additata come pericolosa, per stessa ammissione del protagonista della più grande disfatta del nostro Paese: “Guardali, ascoltali, non capiscono cosa stia accadendo. Né gli uni né gli altri. Non capiscono cosa gli sto facendo. Contineranno a combattere, senza sapere che abitano già una casa di morti.” 

Il racconto parte il 23 marzo del 1919 e termina il 3 gennaio del 1925, concentrandosi su ciò che ha condotto alla inesorabile e implacabile ascesa del fascismo. Sullo sfondo – ma forse neanche troppo – i pensieri e le azioni di personaggi come D’Annunzio e Matteotti, tra gli altri.

Insomma, questo libro è un romanzo storico che va oltre la storia e riporta a galla parole ed episodi che rendono una realtà già atroce anche più folle e crudele.

In pochi mesi, questo libro ha scalato le classifiche e si è aggiudicato l’ambito Premio Strega.

Certo, non è un romanzo facile, non è una storia che estranea dal quotidiano e consente di dormire tranquilli. Ma, di certo, chi vuole saperne di più sul Fascismo e sull’inizio della follia umana, ha trovato la fonte più adatta.

 

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